PSILLE - Comune di Nonantola

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CONTROLLIAMO LE PSILLE SENZA DANNEGGIARE LE API

 

Le Psille sono una superfamiglia di insetti di piccole dimensioni, che arrivano al massimo intorno ai 4–5 mm.
Gli adulti sono in genere di colore chiaro nelle generazioni estive, mentre gli adulti che svernano sono scuri o anche nerastri.
Assomiglia ad una piccola cicala dalle ali traslucide, al momento dello spostamento ed in caso di numero eccessivo, gli adulti emettono un brusio percettibile.

Supera l'inverno allo stadio di adulto in diversi ricoveri tra la vegetazione. A fine inverno riprende l'attività pungendo le gemme ancora chiuse, in questa fase non provoca danni.
L'ovideposizione inizia generalmente quando le temperature cominciano a stabilizzarsi su valori di circa 10 °C (marzo-aprile), negli anfratti della scorza, sui rametti o sotto le gemme
Le uova sono oblunghe e presentano un filalmento su una delle estremità, tale peduncolo serve ad assorbire dalla pianta un minimo di umidità, senza la quale l'uovo si dissecca.
Il loro colore da bianco dopo la deposizione, si inscurisce via via con la maturazione della ninfa.
Da queste uova nascono le larve di prima generazione a cui possono seguire altre generazioni:

  • una seconda, tra fine maggio e giugno;
  • una terza, tra fine giugno e luglio;
  • una quarta, in piena estate (agosto).

In alcuni ambienti si può avere una quinta generazione a fine estate-inizi autunno (settembre), in condizioni particolari si può arrivare anche a 6-7 generazioni all'anno.

Le forme giovanili colonizzano i germogli, le giovani foglie, i giovani rami e, più raramente, i giovani frutti, nutrendosi di linfa vegetale, di cui digerisce solo la parte proteica, mentre la parte zuccherina, indigesta, viene espulsa sotto forma di melata.
Si possono notare le larve ricoperte di melata, che imbrattano abbondantemente gli organi vegetali.
Dato l'elevato contenuto zuccherino, la melata attira diversi imenotteri, tra cui le api che lo trasformano in miele nel periodo estivo.
Il miele di questo particolare tipo di melata è l'unico che non prende il nome da una specie vegetale ed è di fondamentale importanza per api e apicoltori.

Tra le specie più diffuse si ricordano:

  Psilla dell’Albero di Giuda (Cacopsylla pulchella)
  Gli adulti, lunghi 3-4 mm, sono da verdi-giallognoli a marroni con sottili linee arancioni lungo il torace, prediligono infestare le piante di Siliquastro (Cercis siliquastrum). Le ali sono trasparenti, quelle posteriori presentano macchie scure .
  Le ninfe hanno le stesse dimensioni degli adulti, ma sono di colore verde chiaro, con abbozzo di ali semitrasparenti e sempre più evidenti. Producono una grande quantità di melata e compiono diverse generazioni all’anno.
  A provocare i danni all’albero sono tutti gli stadi dell’insetto che succhiano la linfa dalle foglie, provocando piccole ferite che divengono necrotiche e deteriorano le foglie.
  Nei casi di massicce infestazioni, la melata gocciola sulla vegetazione sottostante, depositandosi al suolo e formando delle evidenti chiazze scure in corrispondenza della proiezione della chioma e procura qualche disagio ai passanti.

  Psilla dell’Alloro (Trioza alacris)
  È un insetto di circa 2 mm di colore variabile dal giallognolo all'ocra con ali trasparenti, che predilige infestare le piante di Alloro (Laurus nobilis). Le ninfe sono di un colore verde chiaro ricoperto di cera bianca.
  Le larve si nutrono della linfa fogliare dei giovani getti provocando accartocciamenti e deformazioni. I bordi delle foglie si ispessiscono e si arrotolano verso il basso formando galle pallide e allungate.
  Tali deformazioni spesso compromettono lo stato generale della pianta. Le galle possono ospitare due generazioni di insetti in un'estate, fino a trenta ninfe ed anche alcuni adulti.
  Gli accartocciamenti producono secrezioni di natura cerosa e vischiosa a protezione dei giovani esemplari, se l'attacco è massiccio possono produrre notevoli quantità melata, con conseguente instaurarsi di funghi saprofiti come le fumaggini.

  Psilla dell’Albizia (Acizia jamatonica)
  È un insetto lungo fino a 2,5 mm di colore giallo crema con gli occhi rossastri ed ali trasparenti, che predilige infestare le piante di Albizia (Albizzia julibrissin). Le ninfe giallo-verdognolo nella testa e marrone nell’addome presentano rudimenti alari.
  A causare i danni all’albero sono sia gli stadi di ninfa che quelli di adulto, che possono colonizzare foglie, germogli teneri, fiori, baccelli, provocandone il disseccamento parziale o totale.
  Come altre specie di psille secernono melata, che imbratta tutto ciò che si trova sotto la pianta, creando molti disagi in ambito urbano. Oltre a queste melate, le ninfe secernono numerose sete cotonose, aumentando il danno estetico sull’albero.
  La melata favorisce lo sviluppo di fumaggini, che anneriscono le foglie e rametti già ingialliti dalla sottrazione di linfa. La conseguente precoce caduta delle foglioline può interessare anche la piante intera, che appare completamente defogliata.

  Psilla del Pero (Cacopsylla pyri)
  È un insetto lungo da 2,5 a 3,0 mm, la forma invernale è di colore scuro con strette bande scure trasversali sull'addome. La forma estiva è più piccola e di colore più chiaro.
  La larva della prima generazione si introduce all'interno dei bottoni florali dai quali su alimenta e più tardi si fissa sul calice.
  Le generazioni ulteriori si insediano sullo strato inferiore delle giovani foglie in una gocciolina di melata, per poi migrare alla base del picciolo dei frutti.
  Grazie alle loro punture larve ed adulti assorbono una grande quantità di linfa, provocando un indebolimento dell'albero ed una diminuzione della raccolta. La melata provoca delle bruciature sul fogliame e sviluppa la fumaggine.
  Gli attacchi gravi comportano la caduta parziale delle foglie nella corrente del mese d'agosto. Le piante ospitanti questa varietà sono il pero, più raramente il Melo ed eccezionalmente il Cotogno.
Oltre al danno diretto (piccole necrosi localizzate sui germogli dovute alle punture) e indiretto (asfissia causata da abbondante melata), la Psilla è vettore della virosi chiamata Moria del Pero.

La pericolosità della Psilla del Pero è aumentata di pari passo con l'aumento della frequenza degli interventi chimici, specialmente con principi attivi a largo spettro di azione, che hanno gradualmente ridotto le popolazioni dei nemici naturali della Psilla.
Negli anni '70-'80 si era creata, proprio per gli interventi massicci ed indiscriminati di quegli anni, una situazione di estrema pericolosità anche in considerazione dell'insorgenza di popolazioni di Psilla resistenti a certi prodotti chimici.
Attualmente, grazie alle nuove tecniche di lotta integrata, la Psilla non è più un problema grave e comunque è sempre risolvibile senza interventi particolarmente complessi.

Uno degli antagonisti maggiormente utilizzati è Anthocoris nemoralis, è un predatore polifago che vive anche su altre specie coltivate o spontanee oltre che sul pero.
Sverna da adulto in luoghi riparati come fessure nella corteccia, legno o foglie secche. In primavera quando le temperature minime iniziano a superare i 10°C la femmina inizia a deporre le uova sulla prima vegetazione verde (foglie o gemme).
Le uova vengono inserite nei tessuti al di sotto dell’epidermide. Le prime forme giovanili iniziano a svilupparsi predando piccoli individui (uova e giovani psille). Vi sono 5 stadi giovanili prima dell’adulto per tre generazioni annue.
È un attivo e rustico predatore anche di altre specie di psille sopra ricordate, che possono infestare anche i giardini ornamentali.

In alternativa si può procedere con trattamenti con prodotti a base di piretro naturale, cui può essere aggiunto olio minerale bianco per aumentarne l'efficacia.
È vietato eseguire trattamenti durante la fioritura, infatti possono risultare letali per le api e gli altri insetti utili (come bombi e farfalle), che frequentano giardini, orti domestici e frutteti.

Nella nota allegata è possibile reperire utili informazioni su come prevenire le infestazioni di Psilla del pero senza danneggiare api e insetti utili, favorendo l'attività predatoria degli antagonisti naturali.
Ulteriore materiale divulgativo sulla Psilla dell'albizia è reperibile al seguente LINK.

Cliccando QUI è possibile scaricare un breve prontuario dei criteri di intervento e degli indirizzi di difesa.

 

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