COCCINIGLIE - Comune di Nonantola

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INTERVENTI PER IL CONTROLLO DELLE COCCINIGLIE

 

Le Cocciniglie sono una superfamiglia di insetti fitofagi dannosi per le specie vegetali. Il loro nome deriva dallo spagnolo cochinilla, ovvero porcellino di terra.
La caratteristica generale che contraddistingue questi insetti è il marcato dimorfismo sessuale e la regressione morfologica, anatomica e funzionale delle femmine.
Il maschio ha un corpo di piccolissime dimensioni, esile e allungato, con capo dotato di ocelli. Il torace è ben sviluppato, con zampe sottili e allungate, con ali anteriori membranose ed in genere ben sviluppate.
La femmina presenta particolari adattamenti anatomici e funzionali che la rendono inconfondibile. La regressione morfologica è tale da renderle simili a galle vegetali.
Il capo è spesso fuso con il torace, mancano le ali, le zampe sono spesso ridotte o del tutto assenti.
Il corpo è mascherato da abbondanti emissioni (cera, seta, lacca), oppure ricoperto da uno scudetto che assume forme caratteristiche secondo le specie.
L'apparato boccale, di tipo pungente-succhiante, è dotato di un breve rostro con stiletti sono molto lunghi che in posizione di riposo sono ripiegati in una tasca interna nella parte ventrale del corpo.
Il torace è spesso indistinto dal capo e si fonde con esso. Le zampe sono brevi, fortemente ridotte o del tutto assenti.

L'anatomia delle cocciniglie è l'espressione del forte adattamento alla fitofagia che presentano questi insetti.
Per soddisfare i fabbisogni proteici devono assumere grandi quantità di linfa (o di succhi vegetali in generale) e smaltire l'eccesso d'acqua e zuccheri con produzione di grandi quantità di escrementi liquidi ad alto contenuto zuccherino (melata).

Dato l'elevato contenuto zuccherino, la melata attira diversi imenotteri, tra cui le api che lo trasformano in miele nel periodo estivo.
Il miele di questo particolare tipo di melata è l'unico che non prende il nome da una specie vegetale ed è di fondamentale importanza per api e apicoltori.
gli organi vegetali così imbrattati, tendono ad assumere col tempo una colorazione nerastra in seguito allo sviluppo di funghi saprofiti (fumaggini).

Le cocciniglie sono tra gli insetti più dannosi all'agricoltura, nonostante le minuscole dimensioni ed il potenziale riproduttivo ridotto rispetto agli altri fitofagi.
I motivi della pericolosità di questi Rincoti sono diversi:

  • facilità di diffusione geografica: le piccole dimensioni e l'immobilità facilitano la diffusione passiva con il semplice trasporto di piante e di materiale di propagazione, infatti molte specie sfuggono facilmente alle ispezioni;
  • polifagia: le cocciniglie in generale si cibano delle varie parti di pianta (foglie, germogli, rami legnosi, frutti) e presentano una spiccata capacità di adattarsi a condizioni ambientali differenti;
  • resistenza degli adulti: le cocciniglie manifestano una spiccata resistenza alle avversità ambientali in virtù delle secrezioni protettive, questa caratteristica è espressa anche nei confronti di molti insetticidi attivi per contatto.

Le popolazioni di questi insetti, pur non avendo i ritmi di crescita esponenziale tipici di altri pericolosi fitofagi, hanno la proprietà di progredire in modo costante fino a raggiungere infestazioni di difficile controllo, se non efficacemente contrastate.
I danni provocati dalle cocciniglie sono di due tipi e sono correlati al grado d'infestazione:

  • di tipo quantitativo: che si manifesta con un deperimento generale che porta alla decurtazione della resa dei prodotti, ed è causato dalla sottrazione della linfa e agli effetti tossici della saliva immessa con l'apparato boccale;
  • di tipo qualitativo: consistono nel deprezzamento commerciale del prodotto dovuto alle decolorazioni provocate dalle punture.

Tra le specie più diffuse si ricordano:

  Cocciniglia dell'Evonimo (Chionaspis euonymi)
  Dalla fotografia si apprezza lo spiccato dimorfismo sessuale: i bastoncelli bianchi sono gli esemplari maschili, mentre le femmine sono quelli a forma piriforme marrone.
  Infesta foglie, fusto e rami dei cespuglia, sui quali spesso forma vere e proprie incrostazioni, che possono arrivare allo spessore di un centimetro.
  Sulle foglie si osservano decolorazioni a cui segue l'ingiallimento e la caduta, per cui le piante assumono un aspetto scheletrico.
  Tutta la vegetazione appare coperta di melata, su cui si sviluppano i funghi agenti di fumaggine. Le piante subiscono un repentino deperimento. Ripetute infestazioni possono determinare la morte delle piante colpite.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia dell'Evonimo è reperibile al seguente LINK.

  Pulvinaria del Tiglio (Eupulvinaria hydrangeae)
  La Pulvinaria del Tiglio nei vari stadi è costituita da una placchet­ta ovoidale, piatta e poco evidente, che colonizza le pagine inferiori delle foglie, vicino alle nervature, e i germogli(assi erbacei).
  L'attacco si evidenzia in mag­gio-giugno, quando le femmine adulte producono vistosi ovisacchi bianchi ed allungati formati da materiale ceroso-sericeo, che con­tengono molte centinaia di uova.
  Il danno prodotto è di tipo estetico e diretto, dovuto alla atti­vità trofica dei fitofagi, che causa un effetto asfittico sulla vege­tazione. Inoltre produce un'abbondate melata con sussegenti effetti indiretti (ustioni, asfissia, fumaggini).
  Le piante, in conseguenza di attacchi gravi, si defogliano e vanno soggette a lenti ma progressivi deperimenti, che possono diventare pericolosi in quanto rendono le piante più sensibili ad altri patogeni.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Pulvinaria del Tiglio è reperibile al seguente LINK.

  Cocciniglia cotonosa degli agrumi (Icerya purchasi)
  Di origine australiana si è diffusa nelle regioni temperate dell'Italia all'inizio del secolo scorso. La femmina, di circa 4-5 mm di lunghezza, di colore rossastro è dotata di un voluminoso ovisacco ceroso, percorso longitudinalmente da carenature.
  Predilige infestare Agrumi, Acacie, Ginestre e varie ornamentali ed ortive in serra. Le neanidi, di colore arancio alla nascita, si ricoprono successivamente di abbondante cera bianca.
  Il danno si manifesta sulla pagina inferiore delle foglie, sui peduncoli dei frutti e sui rami più giovani, ed è dovuto alla sottrazione di linfa, con conseguente rallentamento dello sviluppo.
  Dalle ferite inferte alla corteccia dei rami può trasudare linfa, e l'abbondante produzione di melata imbratta la vegetazione ed i frutti, determinando frequentemente la comparsa di fumaggine.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia cotonosa degli agrumi è reperibile al seguente LINK.

  Cocciniglia fioccosa (Chloropulvinaria floccifera)
  Originaria dell'Asia, si è diffusa velocemente in tutta Europa, predilige infestare oleandro, piracanta, evonimo, ortensia, camelia, gelso e tasso.
  Si palesa in giugno-luglio, quando le femmine adulte depongono sulla pagina inferiore delle foglie un ovisacco bianco allungato, privo di scanalature. Trascorre il periodo invernale sottoforma di larva, sui ramoscelli e sulle facce inferiori delle foglie.
  Secerne melata sottoforma di una patina appiccicosa che si deposita sulle foglie, su cui possono insediarsi i funghi che provocano la ticchiolatura.
  Le foglie e gli aghi della pianta ingialliscono, si arrotolano e finiscono per cadere. In caso di infestazione molto grave, si può arrivare alla morte dell’intera pianta.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia fioccosa è reperibile al seguente LINK.

  Cocciniglia del Corniolo (Eulecanium corni)
  È una specie più comune nell'Italia orientale. La femmina adulta (circa 4-7 mm di lunghezza) ha un corpo ovale e fortemente convesso, percorso da solchi; il colore è brunastro.
  Questo coccide infesta Kaki, Vite, Susino, genere Prunus, Ribes, Olmo, Robinia, ornamentali ed erbacee (Soia, Barbabietola), insediandosi nella pagina inferiore delle foglie, lungo le nervature, o nei pedunco­li dei frutti. In inverno si localizza sui rami.
  Il danno si manifesta sulle foglie e sui peduncoli dei frutti provocato dalle punture trofiche e dalla produzione di melata. la sua presenza può facilitare l'ingresso agli Scolitidi.
  La pianta colpita manifesta deperimento generale sia per la sottrazione di linfa che per il rallentamento degli scambi gassosi, dovuti alla melata ed alle fumaggini che incrostano la vegetazione.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia del Corniolo è reperibile al seguente LINK.

  Cocciniglia delle piante ornamentali (Ceroplastes ceriferus)
  È una specie più comune nell'Italia orientale. La femmina adulta (circa 4-7 mm di lunghezza) ha un corpo ovale e fortemente convesso, percorso da solchi; il colore è brunastro.
  Questo coccide infesta Kaki, Vite, Susino, genere Prunus, Ribes, Olmo, Robinia, ornamentali ed erbacee (Soia, Barbabietola), insediandosi nella pagina inferiore delle foglie, lungo le nervature, o nei pedunco­li dei frutti. In inverno si localizza sui rami.
  Il danno si manifesta sulle foglie e sui peduncoli dei frutti provocato dalle punture trofiche e dalla produzione di melata. la sua presenza può facilitare l'ingresso agli Scolitidi.
  La pianta colpita manifesta deperimento generale sia per la sottrazione di linfa che per il rallentamento degli scambi gassosi, dovuti alla melata ed alle fumaggini che incrostano la vegetazione.
  Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia delle piante ornamentali è reperibile al seguente LINK.

Da alcuni anni nei vigneti dell’Emilia-Romagna si rilevano infestazioni di Cocciniglie farinose della Vite (Planococcus ficus e Heliococcus bohemicus).
In passato hanno rivestito un ruolo secondario, con infestazioni concentrate su poche piante e limitate nel tempo, recentemente, invece, stanno assumendo un’importanza sempre maggiore ed il loro controllo è particolarmente problematico.
In particolare Planococcus ficus compare con una certa scalarità in primavera (solitamente da fine aprile), localizzandosi alla base dei germogli vicino al ceppo o sul cordone permanente.
Le femmine misurano circa tre millimetri di lunghezza, hanno un corpo ovale con colorazione variabile dal giallo al rosso e sono ricoperte di cera bianca.
I danni diretti sono dovuti alla suzione della linfa dalla pianta ospite, ma soprattutto all'elevata produzione di melata e al conseguente sviluppo di fumaggini che riducono molto il potenziale fotosintetico delle piante e che, nei casi più gravi, provocano una caduta anticipata delle foglie.
In queste condizioni particolarmente colpita può risultare la produzione di uva da tavola.
Tra i danni indiretti, una notevole importanza ha la trasmissione del virus GLRaV-3 responsabile dell'accartocciamento fogliare e del GVA che produce le scanalature del portinnesto Kober 5BB.
Heliococcus bohemicus è caratterizzato da femmine di 3-5 millimetri di lunghezza, con corpo giallognolo coperto di polvere e di lunghi filamenti traslucidi cerosi bianchi, eretti verticalmente sul dorso.
Può causare duraturi stati di deperimento e perfino la morte delle viti, con una sintomatologia di legno nero simile a quella d’origine fitoplasmatica.
Le infestazioni sono correlate alle condizioni climatiche. Autunni miti favoriscono la migrazione sui ceppi, mentre inverni freddi possono provocare la morte di un’elevata percentuale di femmine svernanti.
Ulteriore materiale divulgativo sulle Cocciniglie farinose della Vite è reperibile al seguente LINK.

L’ Italia, in quanto centro primario di traffico commerciale e turistico internazionale è tra i Paesi europei più esposti alle introduzioni accidentali di organismi esotici.
La maggior parte degli insetti fitofagi introdotti sono afidi e cocciniglie. Da qualche anno, in Veneto ed Emilia-Romagna, è comparsa una nuova cocciniglia originaria dell’Asia Centrale la Cocciniglia farinosa del Pesco (Pseudococcus comstocki).
Le femmine sono lunghe circa 3 mm, hanno un corpo di forma ovale-appiattita, di colore giallo-arancio, coperto da cera polverulenta e ornato da 34 raggi cerosi marginali, dei quali i due caudali sono visibilmente più sviluppati.
Lo svernamento avviene allo stato di uovo all’interno di ammassi cerosi di aspetto cotonoso tra le screpolature della corteccia del tronco e dei grossi rami.
La schiusa delle uova avviene da metà marzo ad aprile, in coincidenza con la caduta dei petali dei fruttiferi.
In Italia attacca principalmente Gelso, Catalpa, Pesco e Pero.
I danni diretti sono dovuti alle punture di nutrizione, quelli indiretti sono connessi con l’emissione di abbondante melata e conseguente sviluppo di fumaggini, che debilitano la pianta e deprezzano esteticamente la produzione.
Nei frutti di melo e pero, inoltre, le piccole colonie che si insinuano nella cavità calicina determinano fenomeni degenerativi interni al pomo creando seri problemi di conservazione.
Ulteriore materiale divulgativo sulla Cocciniglia farinosa del Pesco è reperibile al seguente LINK.

Al fine di evitare l’attacco delle nostre piante da parte della cocciniglia è bene seguire buone pratiche di lotta integrata:

  • mantenere in buono stato di salute le piante, concimando correttamente e utilizzando dei biostimolanti in prevenzione o in post emergenza nel caso di rischi legati a fattori ambientali (gelate, siccità, alte temperature, potature, rinvasi, ecc),
  • non eccedere con le concimazioni azotate;
  • mantenere un corretto stato di idratazione, evitando che le piante patiscano le sete (soprattutto in estate) in quanto la cocciniglia radicale prospera in terreni troppo asciutti;
  • posizionare le piante nella giusta esposizione: piante che ricevono poca luce sono più soggette all’attacco da parte della cocciniglia;
  • garantire ventilazione, evitando stagnazione di aria. Nelle specie arboree ed arbustive questo passa anche per opportune pratiche di potatura, volte a sfoltire chiome troppo fitte e buie;
  • mantenere le piante da appartamento e da giardino evitando eccessivo affollamento, che costituisce una rete di comunicazione ideale per questi parassiti, che riescono a diffondersi in modo sorprendente da una pianta all’altra;
  • ispezionare e isolare per 15 giorni ogni nuova pianta acquistata;
  • incoraggiare l’entomofauna utile, in particolare alcuni coccinellidi antagonisti naturali, ad insediarsi nei nostri giardini;
  • nelle piante arboree si può ricorrere alla spazzolatura del tronco per rimuovere eventuali esemplari, pratica molto utilizzata sulle piante da frutto;
  • eliminare, tramite potatura, di tutti i rami maggiormente coinvolti dall’infestazione, avendo cura ovviamente di distruggerli onde evitare il contagio di altre piante.

In alternativa in caso di gravi infestazioni si può procedere con trattamenti con prodotti a base di olio bianco minerale, un prodotto paraffinico derivato dalla raffinazione del petrolio, privato delle sue componenti più tossiche,consentito in agricoltura biologica.
L’azione esercitata è di tipo fisico (e non chimico): l’olio agisce creando una patina impermeabile, che copre gli insetti e le uova provocandone la morte per asfissia, ma non viene assorbito dalle piante.
Va diluito in acqua e irrorato sulle parti colpite, facendo attenzione a raggiungere tutti i punti di potenziale presenza del parassita.
È vietato eseguire trattamenti durante la fioritura, infatti possono risultare letali per le api e gli altri insetti utili (come bombi e farfalle), che frequentano giardini, orti domestici e frutteti.

Cliccando QUI è possibile scaricare un breve prontuario dei criteri di intervento e degli indirizzi di difesa.

 

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