PICCOLI INSETTI DELLE CASE - Comune di Nonantola

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RICONOSCIAMO I PICCOLI INSETTI DELLE CASE

 

Nelle nostre case e nei nostri luoghi di lavoro sono spesso presenti diverse varietà di insetti. Molti sono in ricerca di cibo, le case possono essere fonte di briciole sui pavimenti, o di avanzi di pasti lasciati incustoditi.
Spesso gli insetti hanno un olfatto molto sviluppato per individuare le fonti di cibo, quindi sono attratti in particolar modo dalle cucine. Inoltre, molte specie si nutrono di materiali organici, come ad esempio legno, carta o tessuti.
Questi materiali sono abbondanti nelle case, che sono composte principalmente da fonti organiche, all'interno delle quali possono trovare un rifugio ideale per nutrirsi e nidificare.

Un’altra ragione per cui gli insetti entrano in casa è la ricerca di acqua, che necessitano di un’adeguata idratazione per sopravvivere, e le abitazioni sono effettivamente ricche fornite di fonti di umidità o di acqua (lavandini, docce o tubi che possono gocciolare).
Queste risorse idriche possono infatti rivestire un ruolo molto importante, specialmente durante le stagioni più calde, o quando l’acqua è più scarsa all’esterno.

Molte specie di insetti sono abili nel passare attraverso spazi ristretti, per cui crepe nelle finestre, o nelle porte, possono offrire loro un facile accesso. Anche le piante che crescono in prossimità delle case possono fungere da “ponte” per gli insetti.

Infine altre specie sono attratte dalla luce artificiale. Le luci accese, specialmente durante la notte, possono spingere insetti volanti a penetrare all’interno degli edifici.

Mentre alcuni possono essere innocui per l'uomo, o addirittura utili, altri, specialmente parassiti ed infestanti, non sono visibili ad occhio nudo e la loro presenza si fa notare solo quando la situazione diventa davvero grave.
Per evitare gravi infestazioni e costosi danni, spesso di difficile riparazione, risulta utile prevenire le problematiche ispezionando gli ambienti e monitorando eventuali presenze occulte.

Questa sezione vuole essere d’aiuto per orientarsi sul riconoscimento di ospiti più o meno indesiderati presenti nell’ambiente in cui si vive o si lavora.

   SCUTIGERA (Scutigera coleoptrata): originario della regione mediterranea, si è diffuso si è diffuso attraverso buona parte dell'Europa, dell'Asia e del Nord America.
   L'adulto, che può arrivare a misurare fino a 5 cm di lunghezza, ha 15 lunghissime e delicate paia di zampe ed un corpo rigido che le permette di correre con sorprendente velocità su pareti, soffitti e pavimenti.
   Il corpo è grigio-giallastro con tre linee dorsali scure che lo percorrono in lunghezza, anche le zampe hanno strisce nere. A differenza di molti altre specie, la Scutigera ha occhi composti ben sviluppati.
   È piuttosto longeva, vive infatti fino a sette anni. Durante la sua vita compie diverse mute prima di arrivare alla forma definitiva.
   Una scutigera appena nata ha solo 4 paia di zampe, ne acquisisce un altro paio con la prima muta ed ulteriori due paia ad ognuna delle successive.
   All'esterno la Scutigera preferisce ambienti freschi e umidi, principalmente sotto grosse pietre, cataste di legna e soprattutto nei cumuli di compost.
   Nelle case predilige cantine, bagni, lavanderie e cucine dove c'è umidità, ma anche luoghi generalmente più secchi come uffici, camere da letto e soggiorni.
   Solitamente compare in primavera quando in cui esce allo scoperto ai primi caldi, ed in autunno spinta dal freddo a trovare un riparo nelle case.
   La sua presenza nelle nostre abitazioni è da considerarsi utile, in quanto si tratta di un animale insettivoro che si ciba di ragni, zanzare, formiche, blatte, pesciolini d’argento, termiti e degli altri insetti dannosi.
   È un insetto cacciatore, che uccide la sua preda iniettando veleno attraverso il primo paio di zampe.
   La Scutigera è un animale inoffensivo per l’uomo, infatti appena si sente minacciata tende a scappare via velocemente. In rarissimi casi può pungere un essere umano, ma soltanto come ultima via di scampo.
   Un suo eventuale morso è leggermente velenoso e può essere paragonato a quello della puntura di una zanzara, o al massimo di un’ape (nei soggetti allergici).
   Anche per gli animali domestici, cani e gatti, il suo veleno è troppo blando per poter causare alcun tipo di danno.
   Ulteriore materiale divulgativo sulla Scutigera è reperibile al seguente LINK.

   SCOLOPENDRA (Scolopendra cingulata): ampiamente distribuita, questa specie può essere trovata in tutta l'Europa meridionale, dal Portogallo all'Ucraina, così come in alcune parti del Nord Africa.
   Ha un corpo abbastanza robusto di colore giallo bruno diviso in segmenti. Ogni segmento, che porta un paio di zampe munite di artiglio, è coperto da una placca dura ed è unito ai vicini tramite membrane flessibili.
   È dotata di 21 paia di zampe e un esemplare adulto può raggiungere una lunghezza di 15 cm. La testa di colore rossastro è piccola e piatta con delle piccole mandibole poste inferiormente, che ricordano quelle dei granchi.
   L’organo di senso principale è costituito da due evidentissime e mobili antenne poste sul capo. Le zampe del primo segmento si sono piegate in avanti, evolvendosi in uncini usati come arma di attacco e di difesa.
   Queste forcipule, molto forti, sono inoltre munite di punte acuminate attraversate da un canalicolo collegato alle ghiandole del veleno; con esse la Scolopendra punge stringendole a tenaglia.
   L'ultima parte del corpo, di colore rossastro, presenta un paio di zampe più lunghe rivolte all'indietro e rivestite di un tegumento molto duro.
   Vengono utilizzate come organi prensili per afferrare le prede, o semplicemente per dare una stretta di avvertimento a scopo intimidatorio agli animali che intende mettere in fuga.
   È un animale piuttosto longevo che può vivere diversi anni. La femmina depone in una camera sotterranea una trentina di uova che accudisce fino alla schiusa.
   La Scolopendra vive soprattutto nel terreno, occasionalmente in ambienti scuri e umidi, sotto le cortecce degli alberi secchi ed in rifiuti fogliari.
   Durante il giorno rimane nascosta nel terreno, in cui è anche in grado di scavare tane, di notte esce a caccia e perlustra con cura ogni cavità o ambiente interessante. Nello svolgimento di questa attività può alle volte entrare nelle case.
   È un carnivoro opportunista che si nutre prevalentemente di insetti e vari invertebrati, ma che attacca e consuma quasi tutti gli animali che non sono più grandi di compresi rettili e piccoli uccelli.
   Non si spaventa facilmente e di solito si dilegua con dignità senza mostrare un atteggiamento aggressivo; morde solo se venga afferrata con le dita, o se si trova casualmente stretta tra la pelle e i vestiti.
   Deve essere trattata con rispetto perché il morso provoca nell'uomo un forte dolore, che può persistere per ore, o anche per giorni. In letteratura non risultano casi di conseguenze a lungo termine.
   Ulteriore materiale divulgativo sulla Scolopendra è reperibile al seguente LINK.

   MILLEPIEDI (Pachyiulus communis): è un insetto terrestre presente nell'Europa continentale e meridionale, e a est dai Balcani fino alla Turchia.
   Ha un corpo cilindrico suddiviso in numerosi segmenti, ognuno dei quali ha due paia di zampe. Queste, in numero di circa 750, sono impostate verticalmente sul corpo, caratteristica che li rende molto lenti.
   Il suo modo di incedere, con grande eleganza in un movimento ad onda, gli permette di avere una maggiore spinta per poter infilarsi nel terreno. Gli adulti possono raggiungere una lunghezza di 30 mm.
   È provvisto di un apparato boccale masticatore e di un solo paio di antenne. L'apparato respiratorio è formato da un sistema tubolare molto ramificato comunicante con l’esterno attraverso pori posti lungo i segmenti del corpo.
   A differenza degli altri insetti, l’esoscheletro del Millepiedi, è permeabile all’acqua, quindi in ambienti caldi e asciutti rischiano di morire disidratati in breve tempo.
   Frequenta ambienti molto umidi e ricchi di humus dove può svilupparsi in gran numero, lo si trova facilmente tra il fogliame marcio, nel terreno sotto pietre e tronchi caduti, nel legname marcio, o dentro le grotte e cunicoli sotterranei.
   Occasionalmente può entrare nei piani terra e sotterranei delle abitazioni (generalmente umide) soprattutto dopo forti piovute, alla ricerca del giusto habitat.
   È un divoratore instancabile di detriti, fogliame più o meno decomposto e di legno attaccato da funghi, sostanze che trasformano in sostanza organica e concime naturale.
   Le femmine depongono le uova nel legno marcio o, più spesso nel terreno umido, in alcuni casi restano a proteggerle fino alla schiusa. Ne nascono delle piccole larve che svilupperanno, attraverso una decina di mute, un numero crescente di segmenti e zampe.
   La durata media della sua vita è di 3 anni, ha una crescita molto lenta e raggiunge la maturità sessuale dopo il primo o secondo anno. L’accoppiamento avviene con veri e propri riti di corteggiamento con emissioni di odori particolari per attrarre la femmina.
   Passa la maggior parte del suo tempo a pulirsi e lucidare la corazza e le antenne. Un tipico caratteristico comportamento del Millepiedi è quello di avvolgersi su se stesso per proteggersi.
   Se molestato può emettere sostanze repellenti colorate di rosso o di arancione, di odore nauseabondo, che escono da una serie di pori situati a lato del corpo.
   Ulteriore materiale divulgativo sul Millepiedi è reperibile al seguente LINK.

   PESCIOLINO D'ARGENTO (Lepisma saccharina): comsmopoliti ed atteri, sono gli insetti più primitivi attualmente esistenti sul pianeta. Lucifughi, sono attivi solo durante le ore notturne.
   Il nome volgare deriva dalla forma del corpo piatta ed allungata e dal colore argenteo dovuto a piccole squame che conferiscono uno scintillìo chiaro e brillante che ricorda appunto un pesciolino.
   Sono in grado di muoversi velocemente sulle superfici orizzontali, a scatti, con movimenti rapidissimi ed andamento a zig-zag.
   Sono dotati di due lunghe antenne molto sensibili e tre lunghi cerci all'estremità dell'addome, anch'essi con funzione tattile. Misurano circa 10-12 millimetri di lunghezza, antenne e appendici escluse.
   A seconda delle condizioni di vita diventa adulto in un periodo variabile fra quattro mesi e tre anni, a temperatura ambiente un anno. Può vivere da due a otto anni, e può mutare fino a circa otto volte.
   A una temperatura compresa fra 25 e 30 gradi, la femmina depone circa un centinaio di uova in ambienti riparati come fessure o crepe. I pesciolini d'argento non possono riprodursi in ambienti freddi e secchi.
   I Pesciolini d'argento sono insetti sinantropici, che amano i luoghi antropizzati, all'interno dei quali prediligono ambienti bui, poco frequentati e con una certa umidità.
   Tipicamente si nascondono dietro ai mobili, nei telai delle finestre, ma si possono trovare anche dietro ai quadri, carte da parati soprattutto se non in perfetto stato e sugli scaffali di libri poco usati.
   Sono ghiotti di materiale contenente polisaccaridi: zucchero, pasta, farina, legumi secchi, ma anche carta, francobolli, colla, carta da parati, fotografie, tappeti, tessuti naturali (seta, cotone, lino), o indumenti realizzati in pelle.
   In caso non trovi altro cibo può arrivare a rovinare capi in pelle (cinture, scarpe), o indumenti in fibra sintetica, tuttavia può restare senza cibo per mesi senza soffrirne.
   Ulteriore materiale divulgativo sul Pesciolino d'argento è reperibile al seguente LINK.

   FORBICINA (Forficula auricularia): originaria dell’Europa, dove è molto diffusa, con l’intensificarsi degli scambi commerciali si è diffusa anche in America.
   La Forbicina ha forma allungata ed appiattita di colore brunastro, con un pronoto a forma di scudo, due paia di ali ripiegate ad N sul corpo ed un paio di cerci (dette anche pinze), lunghi tra i 10 ed i 15 mm.
   I cerci hanno una tripla funzione: vengono utilizzati sia durante l’accoppiamento, sia per scopi alimentari, che per fini autodifensivi.
   Il capo è provvisto di un paio di antenne costituite da un numero di segmenti che può variare tra 11 e 14. L’apparato boccale è apposito per la masticazione.
   Sopravvive in ambienti umidi e freddi, è più attiva all’alba, al tramonto o nelle ore notturne, cioè quando c’è poca luce. Di giorno rimane nascosta dentro fessure, sotto rocce e pietre, o nei sottovasi delle piante.
   È un insetto fitofago e comune in varie coltivazioni. Solo occasionalmente causa danni, che generalmente hanno una rilevanza economica poco significativa.
   Spesso si trova nei prodotti ortofrutticoli per l'abitudine di rifugiarsi in interstizi naturali, come l'ascella fogliare di ortaggi, nei noccioli aperti delle pesche, nelle insenature calicine delle pomacee, senza però procurare danni diretti.
   Vive e si riproduce anche negli ambienti frequentati dall’uomo, soprattutto nelle case di campagna.
   La femmina produce circa 50 uova che nasconde in autunno in un nido sotto terra, quando entra in uno stato di letargo. In primavera si risveglia durante la schiusa delle uova.
   Poiché la sua diffusione nell'anno è legata a fattori come la temperatura, la velocità e la provenienza del vento, la presenza di forbicine in Europa può essere prevista sulla base di analisi meteorologiche.
   Nel caso si senta minacciata la Forbicina può secernere da apposite ghiandole, poste nell'appendice addominale, una sostanza maleodorante.
   Ulteriore materiale divulgativo sulla Forbicina è reperibile al seguente LINK.

   PORCELLINO DI TERRA (Armadillidium vulgare): è presente nei terreni calcarei e nelle zone costiere dell'Europa mediterranea ed in quelle meridionali ed orientali d'Inghilterra e Irlanda. È stato introdotto anche in Nord America.
   Appartiene all’ordine dei crostacei, per sopravvivere ha bisogno di umidità in quanto il suo tegumento non gli consente di preservarla efficacemente.
   Non può vivere in acqua, ma colonizza, dal livello del mare fino alla montagna, ambienti umidi come il terreno, il sottobosco, i rami e i tronchi degli alberi in disfacimento e i cumuli di compostaggio.
   Si muove generalmente di notte alla ricerca di cibo: vegetali ed animali morti. Di giorno si nasconde sotto terra, pietre, tronchi, legname marcio e foglie.
   A volte è possibile vederlo deambulare sotto il sole alla ricerca di un nuovo rifugio umido, quando il vecchio si è seccato.
   Ha il corpo segmentato e appiattito sul dorso, la corazza è di colore marroncino-nerastro. Da adulto raggiunge una lunghezza di 18 mm, presenta 7 paia di zampe toraciche e 6 paia di appendici sull’addome utilizzate per la respirazione.
   D'inverno entra in uno stato di dormienza che gli permette di sopportare temperature estreme per lui letali (inferiori a -2 °C e superiori a 36 °C).
   Quando riposa, o si sente minacciato, si appallottola su se stesso formando una perfetta sfera. Anche quando muore assume questa posizione.
   È piuttosto longevo, vive infatti fino a 3 anni. Le femmine ma curano particolarmente le uova fecondate, portandole dentro di sé in una sacca umida posta sotto l’addome. Da qui, forniscono nutrimento (acqua, ossigeno e sostanze nutritive) agli embrioni in via di sviluppo.
   I porcellini di terra appena nati sono biancastri, raccolti in piccole palline e senza l’ultimo paio di zampe. Progressivamente sviluppano l’esoscheletro, arrivando alla piena maturità attraversano una serie di mute.
   Quando cresce troppo e l’esoscheletro comincia a diventare stretto, il Porcellino di terra effettua prima la muta della parte posteriore e poi di quella anteriore; il vecchio esoscheletro viene mangiato.
   Nell'ambiente il Porcellino di terra svolge un importante ruolo di decompositore della sostanza organica in humus. Risulta decisivo anche nei processi di compostaggio, anche di quello domestico.
   Secondo recenti studi è anche un bioaccumulatore di metalli pesanti (rame, zinco, piombo e cadmio), che, assimilati dal terreno, vengono cristallizzati nell'intestino in depositi di forma sferica.
   Ulteriore materiale divulgativo sul Porcellino di terra è reperibile al seguente LINK.

   MORDILIBRI (Liposcelis fastrocophila): è una specie cosmopolita, presente sia nelle abitazioni (bagni e dispense), che in negozi, magazzini e fabbriche ove vengono lavorati prodotti alimentari secchi (soprattutto cereali).
   Di piccole dimensioni, difficilmente si vede a occhio nudo, è lungo mediamente 1 mm (la femmina è poco più grande del maschio), privo di ali, con un paio di antenne lunghe e sottili.
   Il corpo è di colore variabile: dal marroncino (individui femminili), al bruno-rossastro (individui maschili), che può anche cambiare in base alle sostanze di cui si ciba.
   La riproduzione in questa specie avviene sia per partenogenesi, che dopo accoppiamento. La femmina depone le uova in genere in anfratti o piccole cavità in modo che siano riparate.
   Ogni femmina durante la sua vita può deporre fino a 200 uova. Queste si schiudono in ninfe che assomigliano alla forma adulta e, passando attraverso quattro muta, evolvono in adulto in circa 40 giorni.
   Avendo un esoscheletro poco sclerificato, questi insetti non sono in grado di sopportare basse umidità relative e alte temperature, infatti muoiono a 40 °C.
   Il loro habitat naturale è la vegetazione: (corteccia di alberi), licheni e vecchi steccati. Attaccano anche le derrate alimentari: cereali, farine, sorgo, soia, arachidi, pasta, patate disidratate, latte in polvere, zenzero, spezie ed erbe medicinali.
   Nelle abitazioni si nutrono delle muffe che si sviluppano negli ambienti umidi, apprezzando anche i bassissimi tassi di umidità che si sviluppano sul legno e sulla carta (compresa quella da parati).
   Possono attaccare anche gli erbari delle raccolte botaniche e gli insetti nelle collezioni entomologiche, motivo per cui la loro presenza è molto temuta dai musei.
   Prolificano, moltiplicandosi a migliaia, se non sono tenuti sotto controllo, soprattutto in presenza di cibo. La loro bocca è molto grande, ma non rappresentano pericolo per l'uomo in quanto non pungono.
   Nelle situazioni estreme il Mordilibri può arrestare il proprio sviluppo, entrando in diapausa, così può sopravvivere fino a due mesi senza consumare cibo.
   Ulteriore materiale divulgativo sul Mordilibri è reperibile al seguente LINK.

   TARMA DEI TESSUTI (Tineola bisselliella): lepidottero originario dell’Africa, si è diffuso nel resto del mondo con il commercio navale durante il XIX secolo. Oggi è comune in Europa, America, Australia, Francia, Medio ed Estremo Oriente.
   Si tratta di farfalline di dimensioni ridotte, con solo 10 mm di apertura alare, di colore poco appariscente tendente al marroncino-grigiastro chiaro uniforme, con sfumature rossastre sulla parte superiore della testa.
   Il capo porta evidenti occhi composti di colore nero, le parti boccali sono molto ridotte e non funzionanti, le antenne sono filiformi. Le ali sono allungate e arrotondate all'estremità, con frange ben evidenti.
   Gli adulti compaiono in aprile-maggio, non sono di facile individuazione perché restano nascosti spesso negli armadi (non sono attirati dalla luce), ed hanno un volo breve.
   Le larve si nutrono a spese di indumenti e accessori realizzati in tessuti organici come lana, seta e pellicce, causando morsure e fori sui capi d’abbigliamento e su tappeti tessuti a mano.
   Le tarme preferiscono i tessuti sporchi e sono particolarmente attratte da quelli che contengono sudore umano o residui di altri liquidi. Le larve infatti non bevono, ma la assumono direttamente dal cibo.
   Le femmine depongono sul substrato alimentare una cinquantina di uova, singolarmente o in gruppo. Le uova sono attaccate ai tessuti con una sostanza simile alla colla e sono piuttosto difficili da rimuovere.
   Dopo una decina di giorni dalle uova nascono piccole larve di colore bianco, molto voraci, che si nutrono rimanendo nascoste in astucci di seta che si costruiscono e si portano sempre appresso.
   In 2-3 mesi raggiungono l'età adulta e si trasformano in crisalidi. Questo lasso di tempo è influenzato dalle condizioni ambientali in cui l'insetto si trova e dalla disponibilità di cibo.
   La crisalide è di colore marroncino chiaro, il bozzolo entro cui si è formata è liscio nella parte interna ed esternamente può essere coperto con escrementi o altri residui.
   Gli adulti neonati sono già pronti ad accoppiarsi e a deporre le uova. Non mangiano né causano danni a vestiti o tessuti e muoiono una volta terminata la riproduzione.
   In un anno si possono contare due o più generazioni. In ambienti riscaldati gli adulti possono riprodursi tutto l'anno.
   Le infestazioni possono rimanere attive anche in condizioni di scarsità di cibo. È stato dimostrato la Tarma dei tessuti può sopravvivere dei suoi stessi escrementi, che sono iancora ricchi di cheratina non del tutto digerita.
   Ulteriore materiale divulgativo sulla Tarma dei tessuti è reperibile al seguente LINK.

   TIGNOLA DEL GRANO (Plodia interpunctella): è praticamente cosmopolita, si trova in tutta Europa, America del Nord, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, raramente in Asia ed in alcune parti della Cina.
   L’adulto ha il tipico aspetto di una falena grigia o bronzea, molto somigliante alla Tarma dei tessuti, il corpo vai dagli 8 ai 10 mm in lunghezza, con una apertura alare di 16-20 mm.
   Le ali anteriori sono di colore marrone chiaro tendente al giallo con puntini neri nella parte articolata al torace, mentre nella parte distale presentano bande scure a bordi frastagliati su fondo bruno-rossastro.
   Questa colorazione particolare forma una fascia quando l’insetto è appoggiato in posizione di riposo, da cui deriva il nome comune, e rende la farfallina facilmente riconoscibile.
   Gli adulti vecchi hanno perdono parecchie squame delle ali, per cui la colorazione può essere non così evidente. Le ali posteriori sono di colore grigio-giallastro.
   Il capo e il torace appaiono grigi-marroni. Le antenne, piegate all’indietro quando l’insetto è appoggiato, raggiungono quasi i tre quarti della lunghezza del corpo.
   Frequenta abitazioni, locali di produzione, magazzini, mulini, musei. È polifaga, ma infesta principalmente i cereali e derivati, frutta secca, legumi secchi, funghi secchi, cioccolato, latte in polvere, materiali zuccherini e spezie.
   Le bave sericee tessute e lasciate dalle larve sopra il cibo e la presenza di adulti sono un segno tangibile dell'infestazione.
   Questi ultimi sono attivi di notte, hanno un volo zigzagante e sono attratti dalla luce. Non si nutrono, i maschi vivono in genere al massimo 3 settimane, mentre le femmine muoiono dopo l'ovideposizione.
   Ogni femmina è in grado di deporre da 60 a 400 uova di diametro inferiore ai 0,5 mm. Le uova possono essere deposte singolarmente o in gruppi e sono generalmente posizionate direttamente sulla fonte di nutrimento.
   La femmina si accoppia e depone dopo circa 3 giorni dallo sfarfallamento. Il periodo di incubazione dipende dalle condizioni ambientali, a 20 °C è di in 7-8 giorni, mentre a 30 °Cn si riduce a 3-4.
   Dopo la schiusa le piccole larve si disperdono nel substrato alimentare in luoghi poco luminosi e poco frequentati. Qui raggiungono la maturità in 6-8 settimane attraverso 7 mute successive.
   Le larve sono biancastre col capo marrone, ma si possono rinvenire anche esemplari rosati o brunastri, in dipendenza dal cibo ingerito. Hanno una forma cilindrica, sono polipode e dotate di un forte apparato masticatore in grado di forare contenitori di cartone e plastica.
   Raggiunte le dimensioni di 12-14 mm evolve in crisalide, che può essere avvolta in un bozzolo di seta oppure nuda, misura 6-11 mm di lunghezza, è di colore marrone chiaro e si può rinvenire piuttosto lontano dal materiale infestato.
   In un periodo che va dai 7 ai 15-20 giorni (a secondo della temperatura) emergono gli adulti. Il ciclo vitale è continuo in luoghi riscaldati.
   Ulteriore materiale divulgativo sulla Tignola del grano è reperibile al seguente LINK.

   TARLO DEL LEGNO (Anobium punctatum): originario dell’Europa, attraverso l’attività dell’uomo, è diveuto praticamente cosmopolita, compreso la gelida tundra della Siberia.
   È un coleottero di forma cilindrica con elitre marrone scuro, che raggiunge una lunghezza compresa tra i 3 e i 5 mm. In genere la femmina ha dimensioni leggermente più grandi del maschio.
   La prima parte dorsale del torace è simile ad un cappuccio da frate che copre la testa dell'insetto. Le elitre presentano delle file longitudinali di piccole fossette circolari e sono coperte di una fine pubescenza giallastra.
   Le antenne sono separate alla base e caratterizzate dal fatto che gli ultimi tre articoli sono considerevolmente più lunghi e larghi dei precedenti.
   Le elitre presentano delle file longitudinali abbastanza regolari di piccole fossette circolari (visibili con una lente) e sono coperte di una fine pubescenza giallastra.
   Le femmine depongono le uova (tra le 20 e le 60) in vecchi fori di sfarfallamento, in anfratti, o fessurazioni del legno. Queste sono di colore biancastro, di forma ovale, con una lunghezza di circa 0,5 mm.
   Dopo 4-5 settimane avviene la schiusa e le larve penetrano all'interno del legno, scavando gallerie dal diametro di appena 1–2 mm, si nutrono di cellulosa ed amido e depositano fibre di legno ed escrementi(rosume).
   La larva è di colore biancastro con capo evidente marrone molto scuro, oligopoda, a forma di C. A maturità misura dai 4 ai 5 mm di lunghezza e 2 mm di larghezza.    L'apparato boccale masticatore è notevolmente sviluppato con mandibole robuste e appuntite, con un dente ben distinto; sul dorso e sull'estremità posteriore arrotondata sono presenti spinule di colore castano.
   Una volta terminato il suo ciclo di sviluppo, la larva si impupa sotto la superficie del legno. La pupa è di colore chiaro, sulla superficie sono visibili la forma del capo che avrà l'adulto e le elitre.
   Dalla pupa fuoriesce l'adulto per sfarfallare all'esterno, lasciando dei caratteristici fori, dal diametro di 2 mm circa, indicativi del suo passaggio. L'incubazione all'interno del legno può durare anche più di 3-4 anni.
   Gli adulti sfarfallano a primavera e le femmine attirano i maschi mediante feromoni sessuali, l'accoppiamento avviene generalmente all'esterno. La specie vola dall'inizio della primavera fino a settembre con un picco a luglio-agosto.
   La specie è attirata dalla luce, motivo per cui è frequente trovare gli adulti sulle finestre; anche la luce artificiale esercita una forte attrazione tanto che si possono utilizzare trappole a luce ultravioletta per la cattura.
   Gli adulti vivono 3-4 settimane e non si nutrono. Le larve attaccano il legno molto stagionato, ma tenero, sia di latifoglie sia di conifere (betulla, pioppo, ontano, castagno, abete e pino), mentre evitano i legni duri (frassino e quercia).
   È in grado di attaccare la carta e di svilupparsi a spese di libri antichi e di materiali cartacei d'archivio. In generale predilige il legno degli ambienti domestici perché di più facile digeribilità e lontano da condizioni atmosferiche sfavorevoli.
   All'interno degli edifici si nutre di legno in opera (mobilio e travi), ove arreca sia danni estetici che strutturali. Infatti i numerosi fori di sfarfallamento e le gallerie scavate in ogni direzione possono compromettere la stabilità dei manufatti.
   Ulteriore materiale divulgativo sul Tarlo del legno è reperibile al seguente LINK.

 

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