COLEOTTERI - Comune di Nonantola

Uffici | AREA TECNICA (Edilizia, Lavori Pubblici & Ambiente) | Servizio Ambiente | COLEOTTERI - Comune di Nonantola

 

I COLEOTTERI INTORNO A NOI

 

I coleotteri sono un ordine di insetti che, con 350 000 specie, costituiscono il più grande ordine tra tutti gli organismi viventi sul pianeta, vegetali compresi. Sono diffusi in tutti i continenti della Terra tranne che in Antartide.

Il loro nome costituito dai termini greci κολεόν [koleón], ossia fodero, e πτερόν [pterón], ossia ala.
Infatti la loro caratteristica peculiare è che le ali anteriori, dette elitre, sono fortemente sclerificate e quindi non svolgono più la funzione del volo ma proteggono quelle posteriori e l'addome.
Le elitre devono essere sollevate per scoprire e muovere le ali posteriori; quando l'insetto si posa, le ali posteriori vengono nuovamente ripiegate sotto le elitre.
Considerando la diversità e numerosità di specie, l'anatomia dei coleotteri è piuttosto uniforme: il corpo è diviso in tre sezioni: il capo, il torace e l'addome ed hanno un esoscheletro particolarmente duro.

I coleotteri compiono una metamorfosi completa. Sono insetti ovipari, le loro uova sono minuscole e possono essere vivacemente colorate.
Vengono deposte in ammassi, in numero variabile da alcune dozzine ad alcune migliaia per femmina.
Le larve che emergono dall’uovo vivono all’aperto, entro materie organiche (legno, erbe, escrementi), in acqua o sottoterra. Il periodo larvale in alcune specie dura parecchi anni.
Al termine del periodo larvale, le larve si impupano e dopo qualche giorno dalla pupa emerge l’adulto, la cui vita può durare poche settimane o diversi anni, secondo le specie.

Il regime alimentare è estremamente vario; molti sono saprofagi, altri sono necrofagi e contribuiscono così alla demolizione dei materiali organici, svolgendo una importante funzione ecologica.
Varie specie sono predatrici di Artropodi tra cui diversi insetti fitofagi, rendendosi utili nel controllo delle infestazioni.
Molte sono le specie fitofaghe che si nutrono di foglie, fiori, radici e parti legnose delle piante.
La capacità di creare danno di quest'ultimi è accentuata dal fatto di avere un'unica dieta, sia nella fase giovanile che in quella adulta; tuttavia i maggiori danni sono imputabili alle larve, in considerazione della maggior durata del periodo giovanile rispetto a quello adulto.

Ulteriori informazioni sono consultabili al seguente LINK.

Tra le specie più comuni, utili od innocue, che possiamo incontrare in ambito urbano e rurale ricordiamo:

   COCCINELLIDI (Coccinellidae): sono una famiglia di insetti presente in tutto il mondo, che comprende circa 6.000 specie.
   Di piccola taglia, hanno in genere una grandezza compresa tra 1 e 10 mm, sono solitamente di forma emisferica, in genere con livree vistose a colori contrastanti.
   Le uova sono isolate oppure riunite in piccoli gruppi, di forma affusolata e di colore appariscente. La superficie è liscia oppure cosparsa di sculture. Sono deposte sulla foglie delle piante colpite dalle prede.
   Le larve sono campodeiformi, con corpo generalmente depresso e allungato (da 1 a 20 mm). I colori possono essere poco appariscenti (bruno, nero, grigio,) oppure vistosi.
   Le coccinelle hanno colori brillanti per scoraggiare i potenziali predatori, che li associano al veleno e ai suoi spiacevoli effetti. Molte coccinelle risultano infatti tossiche per i piccoli predatori, come le lucertole o i piccoli uccelli.
   Gli adulti possono emettere sostanze tossiche dal forte odore repellente dalle articolazioni delle zampe. In alternativa possono ritirare le zampe sotto il corpo aderendo al terreno, risultando così difficile da afferrare.
   Se neanche questo dovesse bastare la coccinella può decidere di volare via per fuggire, essendo un'eccellente volatrice.
   A dispetto dell'apparente inoffensività, sono in realtà attivi predatori dotati di una notevole voracità, per questi motivi sono impiegati nella lotta biologica. Un adulto può arrivare a predare anche 100 afidi al giorno.
   La ricerca delle prede è molto attiva dal momento che la preda viene trovata solo con il semplice contatto. Questo comportamento favorisce l'insediamento dei coccinellidi proprio nei siti dove le infestazioni sono più intense.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   MAGGIOLINO (Melolontha melolontha): diffuso in tutta Europa, gli adulti sono lunghi 20–30 mm, di aspetto allungato con elitre rosso-brunastro.
   Il torace e la testa sono neri, con un ampio apparato boccale. La parte terminale dell'addome è tipicamente di forma triangolare, con l'apice appuntito ricurvo verso il basso.
   Le larve, lunghe fino a 40 mm, sono a forma di "C", biancastre, con il capo e le zampe arancioni e la parte terminale dell'addome molto ingrossata.
   Vivono nella rizosfera nutrendosi di radici, fra i loro predatori naturali ci sono le talpe. Gli adulti (che vivono per 5-7 settimane) sfarfallano in primavera, ad aprile.
   Dopo circa 15 giorni dallo sfarfallamento si ha l'accoppiamento e l'ovideposizione che avviene nel terreno a circa 20 cm di profondità. Vengono deposte 60-80 uova, che si schiudono a 4-6 settimane dalla deposizione.
   Le larve neonate iniziano la loro attività trofica sulle radici, specialmente quelle più tenere, anche di piante erbacee spontanee. Alla fine del primo annodi vita si approfondiscono nel terreno e svernano.
   La primavera successiva riprendono l'attività, trascorrendo tutto il secondo anno allo stadio larvale. Solo nella primavera del terzo anno possono impuparsi e sfarfallare nel mese di maggio.
   Le larve sono responsabili di deperimenti ed appassimenti fogliari, solo nei casi di gravi infestazioni possono provocare la morte delle giovani piantine. Per questo sono potenzialmente dannose ai vivai o alle coltivazioni erbacee, specialmente se ortive.
   Gli adulti sono innocui e si nutrono di foglie, in particolare di latifoglie come quercia, acero campestre, carpino, faggio, castagno, ippocastano, betulla, pioppo e olmo. Non disdegnano nemmeno alcune fruttifere, in particolare melo, ciliegio, nocciolo, susino e noce.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   LUCCIOLA (Lampyris noctiluca): diffusa in gran parte dell'Eurasia, dalla Scandinavia e dalla Spagna fino in Siberia, presenta un vistoso dimorfismo sessuale.
   Il maschio è alato, con il corpo e le appendici giallastre, il capo giallastro, dotato di una grande macchia scura, le elitre sono di colore bruno opaco, talvolta giallastre lungo i bordi.
   La femmina ha invece aspetto larviforme ed è priva di ali. Può arrivare a 25 mm di lunghezza. Il capo è simile a quello del maschio, mentre i segmenti addominali sono bruni scuri e orlati di rosa.
   La femmina può emettere luce per ore, il maschio solo per brevi istanti. La luce emessa è di un bel verde brillante.
   Tra le 22 e le 24, nei mesi di giugno e luglio, le femmine larviformi si spostano in una zona in cui possono essere viste e raggiunte da un maschio, e attivano la luminescenza dei tre segmenti terminali, sollevandoli per metterli bene in vista.
   Le larve vivono per due o tre anni, cibandosi prevalentemente di chiocciole e limacce. La preda viene attaccata a morsi, iniettandole un fluido digestivo marrone tossico.
   Il fluido agisce lentamente, paralizzando la vittima e trasformando parte di essa in una pappina marrone, che la larva risucchia.
   La larva può arrivare ad attaccare lumache che sono 200 volte il proprio peso, e si attiva nelle stesse ore di maggior attività delle prede, ossia di notte e in condizioni climatiche umide.
   Durante l'inverno si nasconde in posti riparati, al buio e va in ibernazione, per poi risvegliarsi in primavera.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   CETONIA DORATA (Cetonia aurata): molto comune nell'Europa centrale e meridionale, arriva a 18 mm di lunghezza, possiede una caratteristica colorazione metallica, prevalentemente di verde smeraldo che può assumere tonalità bronzee.
   La femmina depone le uova di forma sferica nel terriccio, tra detriti legnosi di alberi morti in decomposizione (in particolare pioppi e salici), o fra la lettiera di foglie nei giardini.
   Le larve sono glabre, bianche con macchie gialle, fornite di robuste mandibole inserite sullo scudo cefalico. Si nutrono di cellulosa, il cui basso potere nutritivo prolunga l'attività larvale anche per alcuni anni.
   Giunta a maturità, la larva ormai al massimo delle sue dimensioni (3-4 cm), si costruisce una celletta ovoidale impastando con la saliva terriccio ed escrementi.
   Qui avviene la trasformazione in pupa ed in 30 giorni circa si compie la metamorfosi in adulto. Dopo un paio di settimane dalla trasformazione i coleotteri adulti emergono per cibarsi per 3-6 settimane.
   La Cetonia dorata estroflette le ali da una incavatura laterale, permettendole di librarsi nell'aria agilmente senza sollevare le elitre come avviene negli altri coleotteri.
   Si nutre di nettare e sostanze zuccherine comportandosi anche da buon impollinatore e svolge le sue attività palesemente in pieno sole.
   Non adotta nessun comportamento mimetico ma entra in tanatosi se disturbata (arresta ogni movimento, lasciandosi cadere a terra e fingendo la morte).
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   CICINDELA DEI PRATI (Cerambycidae): è ampiamente diffusa in tutta Europa, dalla Spagna alla Finlandia, in Nord Africa e nel Medio Oriente, predilige terreni soleggiati ed asciutti.
   L'esemplare adulto può raggiungere una lunghezza di 10–14 mm, è dotato di elitre di colore verde brillante e disegno bianco, con un punto bianco nel mezzo del bordo laterale e uno sul disco.
   Nella femmina è presente una macchia circolare nera ai lati della sutura, nel terzo anteriore. I lati del capo, lo scutello, le zampe, e i primi 4 segmenti delle antenne sono color rame; inferiormente la colorazione è verde-bluastra.
   Gli adulti si muovono in mezzo all'erba, correndo sulle lunghe zampe, in cerca di prede che ghermiscono con le potenti mandibole, questa infaticabile attività predatoria le è valso il nome di "tigre degli insetti".
   Anche la larva è predatrice, ma cattura le vittime all’agguato, nascosta in un pozzo molto profondo che si scava nel terreno e da cui lascia sporgere solo la testa>.
   Appena una preda si fa abbastanza vicina, la afferra con uno scatto fulmineo, la trasporta al fondo del pozzo e la divora.
   Dopo più di 2 anni le larve scavano una breve galleria laterale, nella quale si trasformano in adulti alati.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   FALSA LUCCIOLA (Cantharis livida): diffusa nella maggior parte dell'Europa, nella parte orientale dell'ecozona paleartica e in Nord Africa, raggiunge una lunghezza di 10–15 millimetri.
   Il suo corpo è piatto e lungo, con un debole esoscheletro. La colorazione è variabile a seconda della sottospecie, le elitre sono di solito gialle o brune-rossastre.
   La testa, il torace, l'addome sono di un rosso o un arancio brillanti. Le antenne sono lunghe e rossastre con punte più scure. Le zampe sono rosse con dei tarsi marroncini.
   Le uova vengono deposte sul terreno, in fessure o sotto i margini di pietre, in piccole masse numerose. L'incubazione è breve e dopo 2-3 giorni dalla schiusa le larve iniziano a cacciare.
   Giunte a maturazione, si impupano in cellette costruite impastando con la saliva terriccio ed escrementi. Gli adulti sfarfallano tra aprile e giugno.
   Alle nostre latitudini si ha una sola generazione. Sverna nel terreno in ricoveri di varia natura sotto forma di larva.
   Vive nei cespugli, nei prati e alle sommità dei boschi. Può essere osservata sui fiori, sugli alberi e sugli arbusti da maggio a luglio mentre aspettano l'arrivo di potenziali prede.
   Questo coleottero preda altri insetti: afidi, coccidi, coleotteri e lepidotteri. Anche le larve sono carnivore e si cibano soprattutto di lumache e lombrichi.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   SCARABEO DAL COLLO BLU (Diachromus germanus): è diffuso in Europa, dal Mediterraneo alla Danimarca, e dalla penisola iberica al Caucaso.
   È lungo da 8 a 10 mm, con grandi mandibole ed elitre striate. La colorazione non può essere confusa: la testa, le zampe e gran parte delle elitre sono arancioni, mentre il pronoto è blu-verde e le punte delle elitre sono blu scuro.
   Questa specie è fitofaga. Si nutre delle cariossidi delle graminacee, prima della loro maturazione. Vive prevalentemente su suoli sabbiosi o ai bordi di acque stagnanti, sotto sassi o materiale vegetale in decomposizione.
   Ha per lo più abitudini crepuscolari o notturne ed è un attivo volatore. È particolarmente attratto dalle luci esterne delle abitazioni e dei giardini e dalla pubblica illuminazione, anche se non è facile valutarne la direzione di spostamento.
   Questi insetti sono del tutto innocui per l'uomo, poiché non pungono, non trasmettono malattie e sono anche assai poco dannosi alle colture agrarie e ornamentali.
   A causa dei mutamenti climatici in atto negli ultimi anni, si è assistito a un aumento dello sviluppo della popolazione di questi insetti.
   La loro pullulazione nelle aree esterne ai centri urbani, potrebbe essere dovuta al disturbo provocato dalle operazioni agricole (trebbiatura del grano, sfalcio erba medica, ecc..) ed alla conseguente ricerca di rifugi poco disturbati.
   Si tratta comunque di fenomeni isolati e temporanei, destinati a esaurirsi nel giro di pochi giorni o settimane.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   CARTERO DALLE ZAMPE ROSSE (Carterus fulvipes): specie diffusa nel Mediterraneo occidentale, il cui nome deriva dal termine greco καρτερός [karterós], ossia forte.
   È lungo da 6 e 10 mm, di colore nero, con antenne e zampe color arancio, ha mandibole a base allargata e tozze, capo largo e robusto.
   È presente un marcato dimorfismo sessuale: il maschio è più grande, con le mandibole più sviluppate.
   Vive di preferenza in prati, pascoli, argini fluviali, ai margini dei coltivi e in ambienti ruderali, dove crescono le ombrellifere (carota selvatica, pastinaca comune, finocchio selvatico, lappola bianca, ecc.) dei cui semi si ciba esclusivamente.
   Da adulto è un volatore attivo, con attività prettamente notturna. È particolarmente attratto dalle luci esterne delle abitazioni e dei giardini e dalla pubblica illuminazione, disperdendosi in tutte le direzioni.
   Negli ultimi anni questa specie a fine estate, dopo la raccolta dei semi e il successivo dissodamento del terreno, si è resa protagonista di migrazioni di centinaia di migliaia di esemplari adulti che dai campi, si spostano nelle abitazioni limitrofe.
   Qui si infilano all’interno di case, cantine e garage attraverso le fessure e le finestre, alla ricerca di un posto in cui svernare.
   Questi insetti sono del tutto innocui per l'uomo. L'impiego di insetticidi all'interno delle abitazioni è di scarsa utilità in quanto non interviene nel luogo in cui il problema si origina, ma risulta pericoloso per la salute delle persone e degli animali domestici.
   È prefribile utilizzare sistemi di lotta integrata, che prevedano appropriate tecniche agronomiche e un'utilizzo oculato delle luci dei giardini in punti lontani dalle case.
   In alternativa, e solo nei brevi periodi di migrazione degli insetti, sarà possibile impiegare in maniera mirata delle sostanze insetticide ad uso civile di breve durata, ad esempio i piretroidi.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   SCARABEO NERO MEDITERRANEO (Pentodon bidens punctatus): specie diffusa nell'Europa meridionale e nel vicino Oriente, non presenta un grande dimorfismo sessuale in quanto sia i maschi che le femmine sono sprovvisti di corna.
   Di medie dimensioni, oscillando tra i 15 e i 26 mm di lunghezza, è caratterizzato da un corpo tozzo e robusto, dal colore nero opaco.
   Le elitre presentano dei solchi, che si estendono lungo la lunghezza di esse, e dei puntini. Predilige in particolar modo le praterie
.
   Questo scarabeo è reperibile sia di giorno che di notte: nelle ore diurne tende a muoversi tra l'erba, in quelle notturne vola perché, grazie al suo colore, ha meno probabilità di essere catturato da predatori volatili, come civette, averle o Gheppi:
   È facilmente attratto dalle luci artificiali, esterne alle abitazioni e dei giardini e dalla pubblica illuminazione.
   L'accoppiamento avviene solitamente a livello del terreno, dopo di esso la femmina scava un buco nel terreno dove depone circa 20 uova.
   Le uova si schiudono dopo 15 giorni, le larve vivono all'interno del terreno rosicchiando le radici delle piante. Dopo circa due anni la larva si trasforma in pupa, stadio in cui sviluppa ali, zampe e organi sessuali.
   Gli adulti appaiono a primavera e restano visibili fino ad autunno inoltrato.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

   CERAMBICIDI (Cerambycidae): sono caratterizzati da lunghe antenne, che hanno valso loro l'appellativo di "longicorni".
   Molto vistoso, raggiunge dimensioni comprese tra 25 e 60 mm, è di color bruno scuro, con l'apice delle elitre tendente al rossiccio. Le antenne, che oltrepassano la lunghezza del corpo, presentano i primi 4 articoli antennali rigonfi all’apice.
   Si tratta di una specie xilofaga, la larva vive nei tronchi di alberi vivi, generalmente di grandi dimensioni. Vengono preferite le piante vecchie e malate, tuttavia possono venire attaccate anche piante giovani.
   Le piante secche non vengono più attaccate e, sfarfallati gli ultimi adulti, l'infestazione non si ripete ad opera di questa specie.
   Solitamente attacca le varie tipologie di quercia, ma si può adattare a vivere su altre specie arboree di latifoglie come castagno, carpino, salice, olmo e noce. Occasionalmente può frequentare anche rosacee arboree come Prunus e Crataegus.
   La femmina depone le uova nelle screpolature della corteccia, le larve successivamente penetrano nel legno, dove scavano gallerie ovali dello spessore di un pollice. Lo sviluppo larvale dura 3-5 anni.
   Le larve mature si impupano in autunno, gli adulti rimangono nella galleria per svernare e apparire nel mese di giugno. Gli adulti compaiono sugli stessi alberi in cui si è sviluppata la larva.
   L’insetto adulto è maggiormente attivo al crepuscolo e durante le ore notturne, in giugno e luglio e viene attirato dalla frutta matura e dalla linfa che sgorga dalle ferite degli alberi, di cui si nutre, assieme a foglie di quercia.
   Va precisato che questi insetti, nonostante la mole e l'aspetto, sono del tutto innocui per l'uomo, anzi svolgono un'importante funzione di bioindicatori della maturità dell’ambiente boschivo e della presenza di vecchi alberi di latifoglie vivi.
   Ulteriore materiale divulgativo è reperibile al seguente LINK.

Oltre a quelle sopra elencate sono frequenti anche altre specie classificate tra quelle nocive:

ALTICA DELLA BIETOLA (Chaetocnema tibialis): diffuso in un vasto areale compreso tra Europa meridionale, Siberia meridionale e Corea, è classificato tra le specie nocive, in quanto responsabile di intense erosioni fogliari su barbabietola, spinacio e portulaca.
Ulteriori informazioni in merito a questo predatore sono disponibili in un'apposita pagina del sito.

ALTICA DEL CAVOLO (Phyllotreta nemorum): diffusa in Europa (fino alle regioni del Caucaso), in Nord Africa e in Oriente, è classificato tra le specie nocive, in quanto responsabile di attacchi che producono rosure a finestra sui lembi fogliari delle crocifere.
Ulteriori informazioni in merito a questo predatore sono disponibili in un'apposita pagina del sito.

DORIFORA DELLA PATATA (Leptinotarsa decemlineata): è originario delle regioni meridionali del Messico ed introdotto in Europa nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.
È classificato tra le specie nocive, in quanto responsabile di intense defogliazioni (spesso letali) di Solanaceae, principalmente su patate e melanzane. Molto meno frequenti sono le infestazioni a carico di pomodori e peperoni e su altre solanaceae spontanee.
Ulteriori informazioni in merito a questo predatore sono disponibili in un'apposita pagina del sito.

OZIORRINCO DELLA FRAGOLA (Otiorrhynchus rugosostriatus): diffuso in un vasto areale compreso tra Europa, Nord Africa e in Oriente fino alle regioni del Caucaso, è classificato tra le specie nocive, in quanto infesta fragole ed altre piante erbacee, arbustive ed arboree, sia agricole che ornamentali e forestali.
Ulteriori informazioni in merito a questo predatore sono disponibili in un'apposita pagina del sito.

SCARABEO GIAPPONESE (Popillia japonica): è originario del Giappone e della Russia orientale e recentemente introdotto in Europa, classificato tra le specie nocive, in quanto responsabile di intense defogliazioni di alberi da frutto, viti, alberi ornamentali ed arbusti.
Ulteriori informazioni in merito a questo predatore sono disponibili in un'apposita pagina del sito.

 

Pubblicato il 
Aggiornato il