METCALFA - Comune di Nonantola

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CONTROLLIAMO LA METCALFA SENZA DANNEGGIARE LE API

 

Dall’inizio di giugno, sulla pagina inferiore delle foglie di numerose piante arboree e arbustive iniziano a comparire insetti facilmente riconoscibili per la pruina bianca che li ricopre.
La Metcalfa (Metcalfa pruinosa) è un insetto esotico d'origine americana, dove è diffusa dal Nord (Canada) fino al Brasile meridionale.
È stato introdotto accidentalmente in Europa e rinvenuto per la prima volta in Italia nel 1980 in Veneto.
Da qui ha colonizzato tutto il territorio nazionale, isole comprese, e si è diffuso anche negli stati circostanti.

Si nutre di linfa vegetale, di cui digerisce solo la parte proteica, mentre la parte zuccherina, indigesta, viene espulsa sotto forma di melata e di cera di colore biancastro che si deposita sugli organi vegetali.
Dato l'elevato contenuto zuccherino, la melata attira diversi imenotteri, tra cui le api che lo trasformano in miele nel periodo estivo.
Il miele di questo particolare tipo di melata è l'unico che non prende il nome da una specie vegetale ed è di fondamentale importanza per api e apicoltori.
La Metcalfa può attaccare più di 200 specie di vegetali arborei ed erbacei, fra le piante ospiti più importanti economicamente troviamo la vite, gli agrumi, le pomacee e le drupacee oltre a molte piante impiegate per costituzione di siepi a scopo ornamentale.

La Metcalfa sviluppa un solo ciclo riproduttivo annuo, svernando come uovo deposto nelle anfrattuosità della corteccia delle numerose piante ospiti.
La nascita delle prime neanidi ha luogo verso metà maggio, ma prosegue fino a metà luglio in quanto la schiusura delle uova è scalare.
Lo sviluppo attraversa tre stadi di neanide e due di ninfa, verso la seconda decade di luglio si osservano i primi adulti.
Verso settembre – ottobre, nelle ore notturne, avvengono gli accoppiamenti in seguito ai quali la femmina depone 50 - 100 uova che si schiuderanno in primavera.
Le uova vengono parzialmente infisse nella corteccia tramite il robusto ovopositore della femmina.

Gli stadi giovanili passano da un colore bianco candido ad una colorazione verde chiaro.
La secrezione cerosa di cui sono ricoperti è particolarmente abbondante nelle ninfe, e costituisce delle masserelle che rimangono incollate alle piante insieme alle esuvie delle precedenti età.
Gli adulti virano verso un colore dapprima grigio chiaro e poi più scuro e misurano circa 3 mm di lunghezza.
Le ali anteriori, a trapezio, vengono tenute verticalmente e avvolgono il corpo quando l'insetto è a riposo.
Il capo è provvisto di occhi composti molto sviluppati e di un apparato boccale pungente succhiante.
Le ninfe e gli adulti di Metcalfa sono mobili e in grado di spiccare salti, unendo il salto al volo, mentre le neanidi non sono mobili e tendono a permanere sulla pagina inferiore delle foglie.

Questa specie può risultare dannosa per l'agricoltura poiché, se in forte sviluppo, può attirare delle specie fungine, provocando fumaggini, che compromettono la capacità fotosintetica della pianta.
Se le infestazioni sono molto forti può essere compromesso il corretto sviluppo dei germogli.
Nella vite la melata può attirare vespe che danneggiano i grappoli maturi.
La presenza di piante ospiti quali sambuco, acero campestre o robinia possono favorire le infestazione delle specie coltivate che si trovano in prossimità.
La presenza dell'imbrattamento, che tende ad assumere una colorazione nerastra in seguito allo sviluppo di funghi saprofiti, permette un facile riconoscimento delle piante colpite.

Nelle fasi giovanili, quando l’insetto non è in grado di volare, è possibile irrorare le piante infestate con acqua, in modo da far cadere il maggior numero possibile di insetti ed ostacolare il loro ritorno sulle piante ospiti.
I risultati migliori si ottengono dirigendo il getto dal basso verso l'alto e ripetendo più volte l'operazione, in modo da bagnare efficacemente tutte le parti verdi.
È fondamentale intervenire tempestivamente, dato che la capacità di sfuggire al getto d'acqua e risalire sulla vegetazione aumenta con il passare del tempo.

In alternativa si può procedere con interventi di lotta biologica (soprattutto nel verde urbano), che prevedono l’introduzione degli ausiliari con lanci stagionali, accompagnati da osservazioni in campo che consentano di agire in maniera tempestiva, prima che le infestazioni divengano fuori controllo.

Nella nota allegata è possibile reperire utili informazioni su prevenire le infestazioni di afidi senza danneggiare api e insetti utili, favorendo l'attività predatoria delle coccinelle e delle loro larve.
Questo materiale divulgativo è stato predisposto da parte del Centro Agricoltura Ambiente “Giorgio Nicoli", in collaborazione con Mielizia e CONAPI, per la sensibilizzare i cittadini sull’importanza di una corretta gestione del verde ornamentale al fine di salvaguardare le api e gli altri insetti utili.

Ulteriori informazioni sono consultabili al seguente LINK.
Cliccando QUI è possibile scaricare un breve prontuario dei criteri di intervento e degli indirizzi di difesa.

 

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