LEGNO NERO - Comune di Nonantola

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INTERVENTI PER IL CONTROLLO DEL LEGNO NERO DELLA VITE

 

Il Legno Nero è una delle forme di giallume della vite maggiormente diffuse nelle aree viticole europee.
Questa malattia è attualmente diffusa in tutte le principali aree viticole europee, compresa l'Italia e l’Emilia-Romagna.
È provocato dal batterio patogeno Candidatus Phytoplasma solani, trasmesso alla vite da insetti vettori polifagi (cicaline) Hyalesthes obsoletus, Reptalus panzeri, Euscelis incisus e Dicranotropis hamata.
I vettori risultano ospiti occasionali della vite, spostandosi dalle specie erbacee spontanee presenti nel vigneto o nelle sue vicinanze.
Tra quelle preferite si ricordano: Cardo campestre (Cirsium arvense), Convolvolo (Convolvolus arvensis), Erba medica (Medicago sativa), Piantaggine Maggiore (Plantago major), Tarassaco (Taraxacum officinale) e Ortica comune (Urtica dioica).

I sintomi di Legno Nero sono facilmente confondibili con gli altri giallumi (identici a quelli provocati dalla Flavescenza Dorata):

  • decolorazioni settoriali delle foglie (ingiallimenti nelle cv bianche, arrossamenti in quelle nere), che si estendono all'intera lamina fogliare, includendo anche le nervature;
  • accartocciamento verso il basso della lamina fogliare, che assume consistenza cartacea (croccante);
  • mancata lignificazione dei tralci, che assumono consistenza gommosa e tendono a ricadere verso il basso;
  • frequente presenza sui tralci di punteggiature nere;
  • disseccamento dei grappolini, con totale perdita della produzione.

Per poter distinguere quale sia il fitoplasma responsabile dell'infezione (e quindi se si tratti di Legno Nero o Flavescenza Dorata) è indispensabile ricorrere ad analisi di tipo molecolare.

Non esistono prodotti chimici in grado di curare la malattia in maniera diretta, in quanto l'assenza del ciclo riproduttivo del vettore sulla vite rende i trattamenti insetticidi inefficaci e quindi non necessari.

L'unico tipo di lotta possibile è la prevenzione, che viene perseguita tramite i seguenti diversi tipi di azione:

  • Controllo sanitario del materiale da propagazione e impiego della termoterapia;
  • Misure di lotta agronomica, che consentono di contrastare la diffusione della malattia:
    • la spollonatura del piede delle viti, ovvero l’eliminazione dei ricacci basali, in quanto questi costituiscono fonte di nutrimento preferenziale per le cicaline;
    • la gestione dell’inerbimento naturale nel vigneto al fine di evitare la presenza di piante spontanee in grado di ospitare il vettore all'interno o nelle vicinanze del vigneto (capezzagne, fossi, scoline).
      Si consiglia di non effettuare sfalci o trattamenti con erbicidi nel periodo tra inizio giugno e fine agosto, per evitare che gli adulti del vettore si spostino sulla vite.
      Si preferisca, quindi, l’inerbimento artificiale effettuato con la semina mirata di una o più essenze, sgradite al vettore;
    • la pulitura e aratura dei vigneti abbandonati, che possono contenere viti e piante di altre specie infette, sorgenti di infezione per i vettori;
    • la scelta, per quanto possibile, di vitigni meno sensibili all’infezione per la realizzazione di nuovi impianti;
    • la limitazione delle concimazioni azotate in vigneto, poiché si è constatato che l’eccessivo rigoglio vegetativo predispone le piante alle infezioni, verosimilmente perché le rende più attrattive per gli insetti vettori;
    • la capitozzatura delle viti malate: il ricorso a questa pratica deve essere attuato con prudenza poiché non sempre ha indotto la remissione dei sintomi.
      È consigliabile sperimentarne gli esiti su un numero limitato di piante prima di applicarla su vasta scala.
      La scomparsa della tipica sintomatologia in viti ammalate da Legno Nero è un fenomeno noto da tempo. Le basi scientifiche di tale comportamento sono però al momento sconosciute.

Ulteriori informazioni sono consultabili sul sito del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena al seguente LINK.
Cliccando QUI è possibile scaricare un utile opuscolo informativo.

 

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